Le malattie neurologiche comprendono i disturbi che colpiscono il sistema nervoso centrale (per esempio, sclerosi multipla, malattie cerebrovascolari, malattia di Alzheimer e altre forme di demenza, malattia di Parkinson, epilessia, malattie del motoneurone) e il sistema nervoso periferico (per esempio, polineuropatie, miastenia). Queste patologie costituiscono un problema di grande rilevanza per il forte impatto sanitario, psicologico, sociale ed economico a carico non solo dei pazienti, ma anche di chi si prende cura di loro, le famiglie e la società in generale.Lo studio del Global Burden of Diseases (GBD) pubblicato su Lancet Neurology nel 2019 ha stimato che le patologie neurologiche costituiscono la prima causa di disabilità nel mondo (276 milioni di anni persi a causa di disabilità o morte prematura) e la seconda causa di morte, con 9 milioni di decessi l’anno (il 16,5% dei decessi a livello globale).1 Negli ultimi tre decenni, si è assistito a un incremento del numero delle persone con disabilità e a un aumento della mortalità; questa tendenza è confermata per i prossimi anni a livello mondiale, come conseguenza della crescita e dell’invecchiamento della popolazione.2 Di fatto, le malattie neurologiche coinvolgono tutte le età della vita: dall’infanzia (paralisi cerebrali infantili, epilessia) all’età giovanile (sclerosi multipla) fino a quella senile (malattia di Alzheimer e altre demenze).

Proprio in considerazione di un carico assistenziale in crescita che grava su tutte le età della vita, è urgente che i sistemi sanitari adeguino le risorse e i servizi dedicati all’assistenza delle malattie neurologiche in funzione di prospettive temporali pluridecennali. Solo qualche esempio. L’epilessia, che riguarda più di 50 milioni di persone nel mondo, conta in Italia circa 500.000 casi, di cui molti tra i giovani sotto i 25 anni.3,4 Si tratta di una condizione neurologica grave, associata a comorbidità psichiatrica, stigma sociale e alti costi economici, con importanti conseguenze sul regolare sviluppo psicosociale dell’individuo quando si manifesta nell’età evolutiva e durante l’adolescenza.5 La demenza è stata definita dall’OMS e dall’Alzheimer Disease International una priorità mondiale di salute pubblica: la prevalenza nei Paesi industrializzati è di circa 8% nelle persone ultra65enni e sale a oltre il 20% dopo gli ottant’anni.6 Attualmente, più di 55 milioni di persone vivono con demenza in tutto il mondo e questo numero è destinato ad aumentare drasticamente nei prossimi decenni, con un valore stimato pari a 155 milioni nel 2050.7 In Italia, sono circa 1.200.000 le persone affette da demenza, di cui circa 700.000 da malattia di Alzheimer, con circa tre milioni di familiari o altri caregiver coinvolti in attività di assistenza che contribuiscono in modo considerevole al carico sociosanitario e ai costi associati a questa patologia.8,9 A oggi, non sono disponibili cure efficaci per la demenza, quindi è la prevenzione la migliore strategia per cercare di contrastare il fenomeno... Accedi per continuare la lettura

       Visite