Sabato 1 aprile alle 11:30 ci ha lasciato Andrea Micheli, direttore scientifico della rivista dal 2016. Se n'è andato dopo una sofferenza di tanti mesi. Andrea è stato sempre fiero e saldo di fronte al male che si è rivelato inguaribile; lo ha affrontato giorno dopo giorno senza demordere. Lascia la moglie, due figli e i nipoti a cui era tanto legato e lascia un vuoto in tutti noi della comunità di Epidemiologia e Prevenzione, che ha diretto con tanta passione. 

Nel 2016 la proprietà di EP ci aveva nominati come direttori (Due nuovi direttori: per altri 40 anni di E&P). Non ci conoscevamo affatto, ci siamo incontrati sul lavoro, lavorando e confrontandoci reciprocamente. Nel tempo ho avuto modo di apprezzare i suoi valori e le sue capacità, e siamo diventati amici. Veniva da una lunga esperienza professionale all’Istituto Tumori di Milano, con il gruppo di Franco Berrino. Si era sempre occupato dell’accuratezza dei dati di incidenza dei tumori e delle stime di prevalenza. Col tempo il suo impegno professionale era diventato anche un impegno civile insieme alle organizzazioni dei pazienti affetti da tumore. E questo impegno civile lo aveva riversato anche nel suo nuovo ruolo di Direttore di EP.  Sempre ci riportava ai principi più importanti della nostra professione e del nostro agire e del legame tra l'epidemiologia e la prevenzione. Insisteva molto sul concetto della comunità di EP, sulla condivisione, sul rapporto con chi ha meno possibilità e strumenti. Insieme abbiamo vissuto gli anni della pandemia, delle incertezze nella condivisione delle esperienze, per poi canalizzare l’impegno nei numeri monografici di EP sul Covid.  Il suo legame con l’ANPI e il suo lavoro con i partigiani era il segno di quanto fosse attaccato alla nostra storia, e alla Costituzione che sempre citava. Negli ultimi tempi aveva sottolineato molto il pericolo della guerra e la possibilità di un conflitto atomico; nell’incontro personale a casa sua (Segrate) il 14 febbraio mi ricordava i nostri compiti sul pericolo del riarmo e della sfida atomica e a tale proposito aveva scritto una bozza di lettera per la direzione scientifica di EP:

“Il conflitto è animato da opposti sovranismi che non riconoscono legittimità di esistenza alla nazionalità opposta. Il punto è proprio questo, vi sono molte esperienze e molti esempi di convivenza pacifica in Europa e tra nazionalità diverse senza che questo generi guerra. Forse sarebbe necessario che la diplomazia promuova la costituzione di territori dove prevalga una legislazione aperta alla accettazione e convivenza di nazionalità diverse. E questa proposta potrebbe accompagnare l’azione propositiva di coloro che si pongono sul terreno della pace.

La domanda che ci dobbiamo porre è chi è portavoce della stragrande maggiorana di cittadini schierati per la pace, al di là di alcune minoranze politiche e della autorevole voce di Francesco, papa di Roma. Purtroppo ancora troppo poco per contrastare il tremendo rischio di escalation che incombe.

Perché non agire cercando di partecipare-costruire unità con i settori scientifici già schierati o da altri da smuovere, ponendosi insieme chiaramente come interpreti di quelle maggioranze, sapendo di connettersi anche con quelle forze politiche, sociali, religiose che cercano di opporsi alle politiche di guerra!

Ciò di cui parlo è promuovere E&P a partecipe di una rete di soggetti del mondo della scienza che abbia un ruolo non solo di denuncia ma anche politico, affermando la congiunzione tra scienza e posizione dell’insieme di cittadini, come andiamo del resto dicendo essere necessario affinché l’epidemiologia faccia corretta prevenzione. Stiamo immaginando una strategia di non breve corso che parta dal quadro nazionale e abbia la capacità di collaborazione internazionale e sia aperta ad allearsi con quanto già è stato costruito con chi opera per la pace”. 

Andrea sta nelle sue ultime parole, nell’impegno a tutti i costi, anche quando la malattia lo stava mettendo a dura prova, sta nella sua serietà e rigore, sta nella grande aspirazione di Pace. Andrea già ci manca, è stato un amico e un compagno, ci ha insegnato ad avere fiducia anche nei momenti più difficili.

Dedicato a te, Andrea,  questo numero di EP che hai curato fino alla fine.

Francesco Forastiere, Roma 2 aprile 2023

          Visite