Lunedì 24 luglio alle ore 18.00 E&P e AIE  vi invitano a partecipare a un incontro aperto (online) sul tema della promozione della pace come compito di sanità pubblica.
L'obiettivo è di essere in molti a contribuire alla costruzione di un documento comune delle società scientifiche e delle associazioni degli operatori sanitari che prenda posizione sul rifiuto della guerra.

Qui pubblichiamo una bozza contenente alcuni nodi essenziali del cammino fatto finora, che ci ha visti impegnati nella costituzione di un Gruppo di lavoro AIE su pace e guerra già nel lontano 2004 e più recentemente ci ha portato all'organizzazione di webinar, presentazioni e pubblicazioni per sollecitare l'attenzione su questi temi. È su questa bozza che vorremmo discutere con chi parteciperà all'incontro, che è inteso come una tappa intermedia nel percorso che ci porterà in autunno a un nuovo webinar per  allargare il dibattito al maggior numero di soggetti interessati.

NUOVO LINK per partecipare: https://us06web.zoom.us/j/4542820281?pwd=OWlWSXQ4WjJiVFRlRzJtWks3cWtIUT09 

Per permettere una maggiore partecipazione, stiamo predisponendo uno SPAZIO PACE su sito di Epidemiologia&Prevenzione dove saranno disponibili tutti i materiali prodotti finora (testi, video, diapositive, letteratura scientifica) e dove pubblicheremo passo passo gli avanzamenti del position paper che AIE ed E&P propongono alle associazioni scientifiche e a chi lavora per la salute delle persone, nella convinzione che promuovere la pace sia uno dei compiti di tutti gli operatori che si occupano di salute pubblica. 


LA SANITÀ PUBBLICA CONTRO LA GUERRA
UNA POSIZIONE COMUNE

Bozza del 18 luglio 2023
in discussione

  • Con l’approvazione della Carta delle Nazioni Unite (1945) la comunità internazionale condanna come non etica la guerra e rifiuta la dottrina della guerra giusta.

  • La Costituzione della repubblica italiana all’articolo 11 stabilisce che: «L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo».

  • Le caratteristiche degli armamenti oggigiorno disponibili fanno sì che ogni conflitto armato sia caratterizzato, per sua intrinseca natura, dalla mancanza di limiti spaziali, temporali e giuridici; dalla commistione di obiettivi militari e civili; dalla violazione delle leggi umanitarie internazionali; da danni ambientali che produrranno effetti negativi per la salute umana a lungo termine e dal rischio reale di evoluzione in guerra atomica.

  • Gli interessi della geopolitica e le pulsioni alla supremazia, facendo leva sulla debolezza strutturale degli organismi internazionali, sono la causa della permanenza dei conflitti armati sull’intero pianeta con il più elevato numero di conflitti registrati nel 2022 dalla fine della seconda guerra mondiale.

  • La Carta di Ottawa, a cui la comunità internazionale di sanità pubblica si ispira, pone la pace come il primo dei prerequisiti fondamentali per la salute. Seguono l’abitazione, l’istruzione, il cibo, un reddito, un ecosistema stabile, le risorse sostenibili, la giustizia sociale e l'equità. Tutti fattori egualmente danneggiati o distrutti dalla guerra, con effetti che solitamente perdurano per decenni dopo la cessazione delle ostilità.

  • Impegnarsi a favore della salute globale significa, quindi, anche impegnarsi per la pace, per promuoverne le infrastrutture e per favorire la ricerca di modalità efficaci di risoluzione non violenta dei conflitti.

  • È opportuno e necessario, in considerazione dell’ingravescente sviluppo bellicista in atto, che, in coerenza con gli obblighi deontologici e la WHO Global Health and Peace Initiative (GHPI), la comunità dei lavoratori della salute – italiana e internazionale – individui modi per trasformare in atti concreti la propria vocazione a difesa della salute e proponga quindi degli interventi per favorire l’interruzione delle guerre in atto e per prevenire quelle future.

  • Agli operatori della salute compete e spetta anche contribuire alla descrizione quantitativa degli effetti diretti e indiretti della guerra sulla salute umana nel breve, medio e lungo periodo; allo studio delle relazioni complesse che legano la guerra ad altri eventi, a loro volta fattori di rischio per la salute umana: migrazioni, carestie, alterazioni degli ecosistemi; all’elaborazione di strategie di prevenzione e di mitigazione dei danni alla salute prodotti dal mix di fattori che precedono e seguono la guerra; all’informazione e alla responsabilizzazione della popolazione e dei decisori sulle strategie di contrasto più efficaci.
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