Mentre discutevo con i colleghi dell’inopportunità di eliminare, come è stato fatto col Decreto Ministeriale 105/7-8-2023, l’isolamento dei positivi al Covid, mi arriva dal Rwanda questa foto di mio figlio che sta lavorando a Kigali come architetto.

Oggi, domenica, è andato nella foresta a vedere i gorilla e per far ciò ha dovuto chiedere il permesso (a pagamento) al governo. Tra le regole che gli sono state imposte c’è anche l’obbligo di usare la mascherina per non trasmettere il Covid (e altro) ai Gorilla, e il fatto mi ha favorevolmente sorpreso.

E' bello e opportuno che nessuno metta in pericolo la salute dei gorilla, ma sicuramente è almeno altrettanto giusto che si eviti di mettere in pericolo la salute di tutti noi. Evitare di mettere a rischio la salute altrui è un principio fondamentale del vivere comune ed è la base di molte regole che dobbiamo quotidianamente rispettare anche nelle nostre “foreste” cittadine.

Ovviamente il principio riguarda innanzi tutto il divieto di contagiare il prossimo quando si è infetti come ci ricorda anche il comunicato dell’AIE a commento del citato decreto ministeriale che ha abolito l’isolamento dei positivi al virus SARS-Cov-2. 

Che poi l’infezione sia grave o banale il principio non cambia, cambia solo la gravità delle conseguenze e quindi l’intensità delle modalità per prevenirne la diffusione e controllarne i comportamenti. Nei casi gravi l’isolamento necessario é totale, addirittura in camere sterili sigillate, in altri casi può essere anche solo sufficiente affidarsi semplicemente alla responsabilità personale dei contagiosi.

Dare però come titolo dell'articolo del decreto il seguente: «abolizione degli obblighi in materia di isolamento e auto sorveglianza» è estremamente discutibile e pericoloso. Passare da un rigido controllo istituzionale a una assunzione personale di responsabilità é possibile quando i rischi e le conseguenze della diffusione sono meno gravi. Ma il principio deve assolutamente restare, e se cessa l'obbligo normativo certo non ne cessa l'opportunità. Se ci fossero meno rapinatori si potrebbero togliere le guardie dalle banche, ma non per questo sarebbe lecito rapinare! Quindi che oggi si riducano i controlli sulle modalità di isolamento può essere giusto, ma non che diventi giusto che i positivi nella fase di contagiosità possano circolare liberamente diffondendo l’infezione.

E poi servirebbero maggiori conoscenze scientifiche sull’esatta tempistica della contagiosità di un soggetto positivo al SARS-CoV-2. Sarebbe perciò essenziale che il Governo, sentiti infettivologi ed epidemiologi, emanasse delle «norme di comportamento» da seguire in caso di contagio affidandone ai singoli il rispetto ma riservandosi anche la possibilità di sanzionare chi gravemente intendesse volerle del tutto ignorare.

L’emergenza Covid sembra sia finita o per lo meno temporaneamente sospesa, ma l’epidemia continua e continuano i contagi, i ricoveri, i decessi. È quindi indispensabile dare delle chiare indicazioni su come ciascuno debba comportarsi nel caso risulti contagiato, e non solo dal Covid ma anche da altri virus o batteri che possano trasferirsi su altre persone cagionandone problemi di salute. Grazie comunque all’AIE per aver chiesto al Governo di adottare una maggior condivisione con la comunità scientifica delle decisioni in materia di salute pubblica. E speriamo che oltre ai gorilla eviti di contagiarsi in futuro anche la nostra popolazione.

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