“Epidemiologia in movimento. Le emergenze del presente, le sfide del futuro” è stato l’evocativo titolo del convegno annuale della Associazione italiana di epidemiologia svoltosi a Pisa il 19-21 aprile 2023. Un appuntamento che ha riunito centinaia di medici, studiosi, universitari, operatori dei servizi in un momento di particolare rilievo per il futuro della sanità pubblica in Italia. 
La sessione su salute e sanità del convegno ha offerto un quadro dettagliato della situazione e delle politiche sanitarie del Paese e ha indicato le possibili strategie per l’epidemiologia. Hanno preso parte alla sessione Alessandro Solipaca, con una relazione sui rapporti tra salute ed equità; Stefania Gabriele, che si è concentrata sul tema delle differenze geografiche e del regionalismo differenziato; Americo Cicchetti, che si è dedicato alle sinergie tra HTA ed epidemiologia; Marco Geddes da Filicaia, con una relazione sulla crisi dei sistemi sanitari universalistici e la formulazione di alcune proposte “da” e “per” l’epidemiologia. Moltissime sono state le sollecitazioni e le questioni poste da questi interventi, ricchi di dati e di considerazioni ad ampio raggio, integrati dai contributi dei discussant Maria Chiara Giorgi e Sabina Nuti, con il coordinamento di Giuseppe Costa e Marina Davoli.

Il dibattito sulle attuali sfide per l’epidemiologia deve intrecciarsi alla riflessione sulle radici della sanità pubblica in Italia. Torna allora utile ricordare i principi fondamentali che sono alla base della tenuta del Servizio sanitario nazionale e le lezioni che ne possiamo trarre oggi per la ricerca epidemiologica. Le caratteristiche del SSN, nato dalla legge n. 833 del 1978, una delle riforme più avanzate dell’Italia repubblicana, furono: universalità di copertura, equità di accesso e uguaglianza di trattamento dei cittadini, globalità dell’intervento sanitario, uniformità territoriale, centralità dell’azione preventiva, unitarietà del sistema, controllabilità e partecipazione democratica, finanziamento tramite la fiscalità progressiva generale.

L’istituzione del SSN permise di superare la frammentazione mutualistica dell’assetto precedente ereditato dal ventennio fascista, con una visione di ampio respiro che portò all’attuazione dei principi più avanzati presenti nella Costituzione italiana, in specie l’art. 32 (il diritto alla salute), l’art. 2 (diritti inviolabili e doveri di solidarietà), l’art. 3, 2° comma (dedicato all’uguaglianza sostanziale) e l’art. 53 (il principio della progressività fiscale). Le domande e le sfide attuali debbono confrontarsi con la solidità di questa eredità storica, con le trasformazioni avvenute nel corso degli ultimi decenni e con le minacce odierne.

L’analisi a scala regionale degli effetti dell’intermediazione pubblica ha mostrato che ancora oggi vengono assicurati un certo livello di universalismo e una distribuzione della spesa pubblica relativamente omogenea. Tuttavia, se passassero alcuni assunti del progetto di autonomia regionale differenziata e se fosse consentita l’appropriazione di una quota del “residuo fiscale” da parte delle più ricche regioni del Nord, si accentuerebbero rapidamente le differenze già presenti in termini di qualità dei servizi, erogazione delle prestazioni, disuguaglianze nella salute. Verrebbero così meno alcuni dei presupposti fondamentali del SSN, il quale – va sottolineato – comprende un ampio arco di attività, compresa la prevenzione, in un’accezione assai estensiva della salute individuale e collettiva ed è ispirato dal principio dell’equità di finanziamento.

Siamo oggi di fronte a diverse problematiche che potrebbero mettere a rischio la tenuta del SSN: la limitazione delle risorse destinate alla sanità pubblica, le carenze di personale medico e infermieristico, l’effettiva garanzia dei livelli essenziali di assistenza, la frammentazione a scala regionale, la crescita della sanità privata e dei processi di privatizzazione, il modello di regionalismo competitivo che si va affermando, l’indebolimento della medicina territoriale. La sfida è quella di una ricerca interdisciplinare che contribuisca a rilanciare un servizio sanitario pubblico, universale, ugualitario, qualificato, appropriato, efficace, capace di soddisfare i bisogni di salute della popolazione, nel quadro di nuove politiche di welfare all’altezza delle esigenze di giustizia sociale. 
La necessità di approfondire questi nodi problematici e di costruire una visione organica della salute è al centro delle iniziative promosse dal nuovo Laboratorio su salute e sanità,1 una rete interdisciplinare di studiose e studiosi di questi temi. Tra gli appuntamenti organizzati da LABOSS, ci sono i tre giorni dedicati agli “Itinerari di politiche per la salute” che si terranno a Fiesole (Firenze) tra il 6 e l’8 settembre 2023. L’obiettivo è di costruire interpretazioni comuni delle attuali dinamiche, condividere analisi e approfondimenti, promuovere linee di ricerca coordinate, sviluppare alternative per le politiche su salute e sanità in Italia, in una prospettiva internazionale.

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

Bibliografia

  1. Salute Internazionale. Giornate residenziali di politica sanitaria. Disponibile all’indirizzo: https://www.saluteinternazionale.info/2023/04/giornate-residenziali-di-politiche-per-la-salute/ 
       Visite