Le differenze di genere in termini di esiti di salute sono note e non del tutto riconducibili alle sole differenze biologiche.

Tra le componenti della salute che PASSI indaga, vi sono la presenza di probabili sintomi depressivi (esplorata attraverso il Patient Health Questionnaire-2 – PHQ 2),1 la presenza di patologie croniche (come diagnosi riferite) e il numero di giorni vissuti in cattiva salute fisica o psicologica (unhealthy days);2 indicatore – quest’ultimo – che sintetizza l’effetto di altre condizioni di salute, come le malattie muscolo-scheletriche (causa importante del burden of disease nei Paesi sviluppati), i problemi psicologici di tipo non depressivo (per esempio, ansia, altre condizioni psichiatriche), altre cause di disabilità e disagio e altro ancora, che PASSI non esplora.

Queste componenti concorrono a determinare complessivamente la salute percepita che PASSI rileva con la prima domanda del questionario.

I dati PASSI 2008-2012 mostrano che le donne, più frequentemente degli uomini, percepiscono come cattiva la loro salute, soffrono più frequentemente di sintomi depressivi e dichiarano più giorni vissuti in cattiva salute fisica e psicologica; la prevalenza di diagnosi riferite di patologie croniche è complessivamente simile fra uomini e donne, con alcune differenze che trovano riscontro anche nei dati correnti di mortalità e morbilità per causa: le cardiopatie e il diabete sono più frequenti tra gli uomini, mentre tra le donne è maggiore la prevalenza di diagnosi neoplastiche, sulla quale agiscono incidenza e sopravvivenza delle diverse sedi tumorali che colpiscono differentemente uomini e donne (in linea anche con le statistiche ufficiali dell’Associazione italiana dei registri tumori).3

Un’analisi multivariata, condotta separatamente per genere ma controllando per età, conferma la forte associazione tra cattiva salute percepita e le altre componenti della salute indagate, ovvero i sintomi depressivi, gli unhealthy days e la presenza di patologie croniche, ma rileva anche un'associazione significativa con lo svantaggio socioeconomico (ovvero basso livello di istruzione, molte difficoltà economiche, lavoro non regolare).

La stessa analisi multivariata, condotta congiuntamente per uomini e donne, conferma queste associazioni e mostra come significativa, a svantaggio delle donne, la differenza di genere nella salute percepita, su cui verosimilmente agiscono altri fattori non indagabili con i dati disponibili, come forse la gravità e la complessità delle condizioni psicofisiche e/o di disabilità nelle donne, ma anche altri fattori di contesto socioculturale.

Se da una parte le donne riferiscono una peggiore condizione di salute, sotto il profilo dei fattori di rischio adottano comportamenti più salutari degli uomini: a eccezione della sedentarietà, infatti, sono meno diffuse tra le donne l’abitudine al fumo, il consumo di alcol a maggior rischio e l’eccesso ponderale (IMS≥25). E’ auspicabile che il vantaggio femminile in termini di fattori comportamentali non si annulli per l’adozione di modelli meno salutari, come sta accadendo, per esempio, per l’abitudine al fumo, che in alcune generazioni di donne sta determinando un lento ma progressivo aumento dell’incidenza del tumore del polmone.

Bibliografia Kroenke K, Spitzer RL, Williams JB. The Patient Health Questionnaire-2: validity of a two-item depression screener. Med Care 2003;41(11):1284-92. Centers for Disease Control and Prevention. Measuring Healthy Days... Accedi per continuare la lettura
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