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La lettera di Giovanni Ghirga1 pone una questione importante: ci sono aree del Paese altamente inquinate, e nelle quali è stato accertato un effetto sulla salute delle esposizioni ambientali, che tuttavia non sono oggetto di un’attività sistematica di sorveglianza epidemiologica quale quella rappresentata dal Progetto SENTIERI. Questa situazione è determinata dal fatto che lo studio dell’impatto sanitario della residenza nei siti contaminati richiede una definizione univoca e a priori dei siti in esame, che per il nostro Paese è disponibile solo nell’ambito della normativa sull’inquinamento delle matrici suolo e falda, con riferimento al riconoscimento dei Siti di interesse nazionale per le bonifiche, sulla base di precisi indirizzi comunitari. Si noti a questo proposito che la nozione di “aree a elevato rischio di crisi ambientale”, introdotta a suo tempo con la legge istitutiva del Ministero dell’ambiente, centrata sull’inquinamento atmosferico e utilizzata negli anni Novanta per valutazioni epidemiologiche a livello nazionale, è diventata successivamente di competenza regionale, in assenza di qualunque strategia omogenea e coordinata di intervento e studio.
Il Progetto SENTIERI si è quindi ancorato alla nozione di Siti di interesse nazionale per le bonifiche che poggia su una metodologia omogenea e ben esplicitata di stima del rischio sanitario, e si è proposto di integrare tale stima con una valutazione empirica degli impatti sanitari osservati nei siti in esame. Il gruppo di lavoro di SENTIERI in questi anni si è impegnato a migliorare la metodologia adottata, piuttosto che a estenderne l’ambito applicativo. Questa scelta ha portato al conseguimento di risultati positivi, in particolare la procedura adottata è stata recepita dall’Ufficio regionale europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), come risulta dal rapporto Contaminated Sites and Health del 2013,2 ed è entrata a far parte del Sistema statistico nazionale. In questo quadro, è ora doveroso considerare l’esigenza, espressa da Ghirga, di prevedere modalità di lavoro che rendano utilizzabili le procedure messe a punto da SENTIERI in contesti territoriali nei quali un danno alla salute associato all’inquinamento ambientale sia ipotizzabile o addirittura accertato, come nel caso di Civitavecchia. Questo obiettivo può essere perseguito nella prospettiva di costruire un sistema di osservazione permanente dell’impatto sanitario dei siti contaminati, ovviamente a livello nazionale. Ciò richiede una stretta collaborazione fra istituzioni centrali, regionali e locali con compiti di protezione dell’ambiente e di tutela della salute, nonché sinergie con la società civile, in particolare con le amministrazioni locali, l’associazionismo e i media, nel rispetto dell’autonomia di ognuno, ma con la condivisione di un’impostazione tecnico-scientifica accreditata e di un approccio etico fondato sulle nozioni di equità e trasparenza.
Pietro Comba
Istituto Superiore di Sanità, Roma
Bibliografia
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