Riassunto

Gli studi del progetto SENTIERI sono stati importanti nel chiarire gli eccessi di rischio (mortalità e morbosità) in prossimità di siti inquinati (SIN). Nonostante alcuni limiti metodologici, sono una forte indicazione alla prevenzione primaria, anche in considerazione di una possibile sottostima del rischio. Gli stessi inquinanti responsabili dei risultati degli studi SENTIERI generano conseguenze (come malattie endocrino-metaboliche, aborti spontanei, malformazioni fetali, autismo, disturbi dello sviluppo neuromotorio) ancora non valutate o non valutabili con gli strumenti attualmente a disposizione. SENTIERI ha illustrato parte del rischio sanitario che interessa circa 6milioni di italiani esposti da decenni a tossici ambientali, generati da impianti regolarmente autorizzati. Le conseguenze documentate (evitabili da anni) sarebbero ancora più ampie se si rivedesse in senso estensivo il concetto di «sito inquinato» utilizzato dal progetto, non pienamente conforme alle indicazioni della European Environment Agency (EEA). È eticamente inaccettabile che si sia perseguito un modello di sanità pubblica basato sull’osservazione dei danni in popolazioni lasciate vivere per decenni in aree a rischio, trascurando completamente valutazioni preventive. I chiari risultati di SENTIERI non hanno generato grande attenzione tra i decisori politici. Il nostro Paese non è attrezzato per attuare misure di prevenzione primaria, obiettivo non perseguibile nel breve-medio termine. Non sono state avviate misure efficaci di bonifica; in alcuni SIN sono stati realizzati ulteriori insediamenti inquinanti, ritardando il ridimensionamento del rischio. Finora la politica sanitaria e ambientale italiana non ha percorso strade efficaci. È urgente avviare percorsi di collaborazione e partecipazione aperti a epidemiologi e medici dell’ambiente per elaborare piani di prevenzione concretamente e rapidamente utili. 

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Abstract

Studies from SENTIERI project have been crucial to show high-risk levels (mortality and morbidity) in communities living close to polluted sites. Despite the presence of some methodological limits, these studies represent a strong invitation towards primary prevention, also considering a possible underestimation of the health risk. The same pollutants responsible for the results showed in the SENTIERI studies are able to induce diseases (i.e., endocrine-metabolic diseases, spontaneous abortion, foetal malformations, autism, neurologic diseases) still unevaluated or not evaluable considering the actually available tools. SENTIERI illustrated only part of the health risk involving about 6 millions of Italians exposed since decades to environmental toxics, generated by legally approved plants. The well-documented health effects (avoidable since years) should be wider if a more extensive concept of «polluted site» was considered, according to the European Environment Agency (EEA) indications. It is ethically unacceptable to drive a model of public health based on damage recording in large communities living since decades in risky areas, absolutely neglecting preventive risk analysis. The clear results from SENTIERI did not induce great attention in politicians, who should be the main drivers of primary prevention measures. Our Country is not structured to act primary prevention actions, an unfeasible target in the short-medium term. Remediation measures were not effectively started or concluded in any of the examined sites; in some of these, additional polluting plants were realised, delaying the risk reduction. Health and environmental policies have not travelled on capable ways, until now. It is crucial to open collaborative and participative path to epidemiologists and experts skilled in environmental medicine to draw plans for prevention, which could be rapidly and effectively useful.

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