Oggi, 31 marzo 2022, San Beniamino, onomastico di mio figlio, il Governo ha deciso che da domani non c'è più bisogno di stabilire lo stato di emergenza per la pandemia di Covid-19. Cambieranno diverse cose e si allenteranno molte delle misure di contenimento oggi in atto e non sappiamo cosa accadrà nella dinamica dei contagi! Se cresceranno ancor di più, molti saranno pronti a dire che è colpa di una nuova variante ancora più contagiosa, perché ormai sembra che nessuno voglia più dire che i contagi dipendono dai comportamenti della popolazione. Non si capisce però perché quando i contagi diminuiscono non è mai merito della nuova variante risultata meno contagiosa ...

Questo (qui sotto) è l'andamento dei contagi da inizio anno: il trend è diminuito costantemente sino a fine febbraio per poi invertirsi. Sarà una coincidenza, ma ciò è avvenuto dopo che il 24 febbraio il Governo annunciava che da fine marzo sarebbe cessato lo stato di emergenza; peraltro da quel giorno sono stati notificati ancora ben 5.460 decessi tra i contagiati Covid.

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Da metà marzo la crescita si è interrotta e sembra che da allora la circolazione del virus abbia raggiunto una stabilità. Osserveremo con attenzione l'andamento dei contagi tra due settimane quando "potrebbe vedersi" l'effetto indesiderato della riduzione delle misure di contenimento conseguenti alla cessazione dello stato di emergenza.

Ho scritto "potrebbe vedersi" per due ragioni, la prima positiva e la seconda purtroppo negativa! La prima ragione sta nella speranza che la popolazione abbia ormai capito quali sono i comportamenti da adottare e quindi mantenga la consapevolezza e la responsabilità necessarie per prevenire la crescita dei contagi; e se sarà così non vedremo alcun aumento.

La seconda ragione è che non si ha oggi la certezza che da domani verrà mantenuto il Flusso giornaliero di dati aggregati coordinato dal Ministero della Salute con il supporto della Protezione civile e dell'Istituto Superiore di Sanità e che da due anni dà tutte le sere la situazione a livello nazionale, regionale e provinciale.

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Speriamo che da domani questo sistema, che utilizza il servizio di hosting GitHub come repository dei dati, continui a funzionare e non importa a chi venga intestato, importa invece che ogni sera si possa continuare ad avere i dati aggregati dei contagi, dei ricoveri, dei tamponi, dei decessi.

Esiste comunque anche un altro sistema di monitoraggio, quello gestito direttamente dal portale  Epicentro dell'Istituto Superiore di Sanità che utilizza dati raccolti a livello dei singoli individui infettatisi.

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Questo sistema, disponibile in Internet nella pagina di Epicentro, ha molte informazioni che mancano a quello pubblicato dalla Protezione Civile, ma inevitabilmente, come esplicitamente dichiarato, manca di tempestività e per avere il numero completo dei contagiati per data di diagnosi occorre mediamente che trascorra una settimana.

Dopo diversi giorni i due sistemi convergono e, se non si considera l'aspetto della tempestività, è probabile che il dato di Epicentro sia più affidabile in quanto maggiormente controllato. Sembra infatti che dopo settimane vengano recuperati alcuni casi non considerati nei dati della Protezione Civile e che quindi portano ad aumentare le frequenze. Se invece si considerano i giorni più recenti Epicentro riporta meno casi in quanto c'è un ritardo di aggiornamento.

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Considerando ad esempio i contagi diagnosticati il 9 marzo, la Protezione Civile pubblicava il dato il giorno successivo, cioè il 10 marzo, e dava il valore di 54.230, mentre sul sito di Epicentro il dato veniva progressivamente aggiornato e raggiungeva il 99% del valore finale solo il 16 marzo, cioè una settimana dopo, e si avvicina al dato pubblicato dalla Protezione Civile solo il 22 marzo, cioè due settimane dopo, mentre poi lo superava e il 30 marzo viene data come frequenza di contagi del 9 marzo 54.627 casi, cioè 397 casi in più di quelli dichiarati dalla Protezione Civile.

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Queste sono le differenze tra i due sistemi: sicuramente è più completo e controllato quello dei dati di Epicentro, ma quello dei dati aggregati gestito da Protezione Civile è molto più tempestivo; è evidente che in un monitoraggio la tempestività è essenziale ed è per questo che auspichiamo che da domani continui ad essere disponibile.

In conclusione si consideri che sette giorni di ritardo in un sistema di monitoraggio possono risultare eccessivi in quanto impediscono di prendere in tempo decisioni che di per sé per essere assunte richiedono già un periodo di durata non trascurabile.

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