Già abbiam parlato su questo blog del confronto tra le figure di Medico Condotto (Mc) e di Medico di Medicina Generale (MMG):

L’argomento è tornato oggi molto di attualità perché di MMG c’è ne sono sempre di meno e addirittura si stanno creando delle altre figure che vorrebbero rappresentare una alternativa, come ad esempio quella di “family doc”, un medico di famiglia a pagamento (Medici, in Veneto arrivano i «Family Doc»: tra 50 e 60 euro a visita e i farmaci si pagano. Ma non ci sono attese; M5S: "Il Family Doc a pagamento in Veneto è un oltraggio alla sanità pubblica").

Ma chi era il Medico Condotto?

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Io non ho conosciuto MC di città ma solo di paese, del paese dove sono nato nel ‘43, a Cuggiono, a pochi passi da Milano. A Cuggiono abitava la mia nonna e noi passavamo spesso li i fine settimana e i mesi di vacanza estivi.

Il MC era il dott. Carlo Stucchi noi giocavamo con i figli, la Mimma, la Elena e io in particolare giocavo con il Bruno che era mio coetaneo, dico era perché purtroppo il Covid se lo è portato via.

Di Carlo Stucchi, che oltre ad essere un MC era anche un eccellente botanico, e si conserva un gustoso archivio delle sue foto, dei suoi disegni e delle sue tavole di botanica. Carletto, così era anche chiamato, lo ricordo anche per alcune sue bizzarrie come quella di mangiare quasi solo “panatun e ciuculat”. Una domenica pomeriggio, invitato a casa nostra, quando gli fu offerta una tazza di the, rispose ironicamente: “grazie, ma mi cunt’ el té me lavi i pé”.

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Carlo Stucchi

Stucchi era l’unico medico del paese oltre a quelli che stavano nell’ospedale. Faceva di tutto, clinico, chirurgo, ostetrico, dentista. Io e Bruno, con il cinismo da monelli di campagna, andavamo nella stanza sotto lo studio a sentire le urla dei poveretti cui veniva cavato un dente, a quei tempi ovviamente senza anestesia. Stucchi era disponibile a qualsiasi ora è anche di notte, se chiamato, andava a far visite con la sua bicicletta.

Penso che ne sapesse molto di medicina per quel che allora se ne sapeva, e se i problemi pensava di non poterli risolvere, non mandava come oggi da uno specialista, che di specialisti nei dintorni non ce ne erano, ma direttamente in ospedale.

 
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Insomma, o Medico Condotto o Ospedale, in mezzo praticamente non c’era d’altro! 
E grazie alla riforma sanitaria del 1888, il MC svolgeva anche compiti da Ufficiale Sanitario, e ricordo l’impegno di Stucchi per limitare le emissioni di una fabbrichetta da cui fuoriuscivano fumi intrisi di furfurolo. La lotta al furfurolo fu epica!

Cosa guadagnava un MC? Guadagnava abbastanza bene, tra quello che gli versava il Comune, quello che riceveva dalle Mutue e quello che guadagnava dalle visite a pagamento.

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Ma la sua vera soddisfazione era l'esser stimato e riverito da tutti e non pretendeva di esser pagato da chi non poteva farlo. Insomma, era ai vertici sociali della comunità paesana, e più di lui non c’era neppure il sindaco, ma semmai solo l’arciprete che, tra l’altro, Stucchi criticava aspramente da vecchio liberale che aveva fatto il partigiano.

 

Ma il Medico di Medicina Generale assomiglia al Medico Condotto di una volta?

Un MMG oggi assomiglia alla figura ed al ruolo del Medico Condotto? Quasi per niente e innanzitutto proprio sul piano della stima della gente. Il MMG non è ai vertici sociali della società, anzi spesso viene disprezzato anche quando si meriterebbe invece il contrario.

Ma volendo esagerare a ridurne il suo ruolo nel descriverlo, il MMG vien spesso trattato da impiegato che fa le ricette, fa i certificati malattia, fa le impegnative per lo specialista e … qualche volta fa diagnosi, ma quasi mai, tranne eccezioni, si preoccupa di svolgere attività di prevenzione.

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Il MMG oggi spesso riduce al minimo le visite domiciliari e il suo studio è aperto per contratto solo per una dozzina di ore alla settimana; spesso è difficile contattarlo al telefono, quasi impossibile mandargli una mail … poi ci sono, in verità, anche molti MMG per i quali questa impietosa descrizione non calza, non so quanti siano, io ne ho incontrati con soddisfazione, sono bravi e "sanno veramente fare il medico".

I MMG sono pagati a quota capitaria e per le prestazioni aggiuntive che svolgono. Non sono dipendenti ma sono dei liberi professionisti. Devono quindi pagarsi l’affitto dello studio e per lo più anche la collaborazione di una segretaria di cui quasi tutti non ne possono far senza.

Fanno diagnosi se le patologie non sono complesse altrimenti per lo più rinviano ad accertamenti e a visite di specialisti. Le loro occasioni di crescita professionale e di aggiornamento scientifico sono scarse, soprattutto perché la maggioranza dei MMG lavora singolarmente e manca degli stimoli che riesce a dare il lavoro in team come nei reparti ospedalieri.  Per tutte queste ragioni oggi pochi giovani vogliono fare il MMG e molti MMG cercano alternative soprattutto nelle strutture private considerate a torto o a ragione più remunerative e stimolanti.

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Allora che si fa?

Allora che si fa? Si lascia la situazione così com’è o si cercano delle soluzioni? Oggi il contratto dei MMG prevede questo:

Ma ci sono molte critiche sul loro ruolo e anche molto proposte per correggerlo o innovarlo, ad esempio, copiando qua e là dove se ne è parlato:

Alcune domande cui serve trovar risposta

Oggi il MMG ha molti compiti burocratici che non necessitano delle competenze di un medico; non si possono assegnare ad altre figure? ad esempio ad un assistente sanitario?

Oggi il MMG è il punto di accesso per tutti, o quasi, i percorsi assistenziali. Non potrebbero esserci figure che, come negli ospedali, fanno da filtro e da orientamento? Una figura capace di svolgere un serio triage competente e di dare risposte alle domande banali e di indirizzare al medico per i problemi più seri.

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Il modello dei Centri Diagnostici, dove i percorsi diagnostici terapeutici si svolgono al loro interno, sembra possa funzionare. I medici non potrebbero farne parte mantenendo una relazione stretta con l'assistente sanitario che svolge i compiti di accoglienza e di mantenimento della unicità assistenziale?

Facendo parte del team di un Centro Diagnostico, il MMG potrebbe assorbire, in rotazione con dei colleghi, le richieste di visite domiciliari e l'apertura di un servizio di primo soccorso.

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Quali sono poi le potenzialità della tele medicina e della archiviazione della storia clinica di ogni utente? permettono di affidare ad un assistente sanitario dei compiti che lui gestisce in linea con un medico?

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Un assistente sanitario può meglio preoccuparsi di offrire agli utenti le opportunità della medicina preventiva? e può anche valutare i rischi ambientali e lavorativi da segnalare?

 

Un assistente sanitario in prima linea e un medico che lavora in equipe

Nei reparti ospedalieri il medico non è in prima linea, molti compiti li svolge l'infermiere professionale o vari tecnici specialisti. Il Medico prende le decisioni fondamentali e imposta le terapie da svolgere. Non potrebbe esserci uno schema simile anche nell'assistenza territoriale?

Ogni utente si riferirebbe all'assistete sanitario che ha scelto e con lui affronta diversi problemi non solo sanitari ma anche sociali. Tutta la burocrazia rimarrebbe a questo livello mentre il medico lavorerebbe in un team anche assieme agli specialisti e si appoggerebbe ad una struttura dove possono essere svolte internamente le principali attività laboratoristiche e territoriali.

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Non so se questa idea possa essere la soluzione, ma credo si debba trovare il modo perché il medico possa fare veramente il medico, sgravato da eccessivi compiti burocratici, e possa rimanere aggiornato alla rapida evoluzione delle conoscenze cliniche, il che può avvenire solo lavorando assieme a colleghi come succede negli ospedali.

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E forse la figura del medico generali tornerebbe ad avere maggiori considerazioni e maggiore stima da parte degli utenti che potrebbero essere più soddisfatti di un rapporto con un assistente sanitario che potrebbe garantire maggiore disponibilità.

 

Che ne dite?

Che ne dite? È una idea balzana da scartare o è uno spunto su cui sviluppare una proposta? Certo, questa figura di assistente sanitario sarebbe completamente da costruire ed eventualmente si necessiterebbe di un periodo di sperimentazione cui far seguire una transizione che non potrebbe essere ovviamente né semplice né rapida. Innanzitutto si dovrebbe definire bene il percorso formativo che potrebbe essere una laurea non molto diversa da quella di scienze infermieristiche con l'aggiunta di materie riguardanti gli aspetti sociali ed ambientali.

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