Riassunto

INTRODUZIONE: nei Paesi industrializzati, inclusa l’Italia, il consumo di carne rossa è superiore ai livelli raccomandati. Nell’identificazione di politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici che comportino anche benefici per la salute, uno degli ambiti di interesse è quello legato al consumo di carne, in particolare al consumo di carne bovina, a cui è attribuito il maggior contributo in termini di emissioni di gas serra.
OBIETTIVI: obiettivo dello studio è di valutare l’impatto sulla salute in Italia in termini di riduzione della mortalità per alcune cause associate al consumo di carne, ipotizzando scenari di riduzione del consumo di carne bovina e la conseguente riduzione delle emissioni di gas serra.
DISEGNO
: per la stima dei consumi di carne in Italia sono stati utilizzati i dati dell’Indagine nazionale sui consumi alimentari INRAN-SCAI 2005- 2006 e dell’Indagine multiscopo ISTAT 2012 sulle famiglie. I dati di mortalità per tumore del colon retto e infarto derivano dall’Indagine ISTAT su Decessi e Cause di Morte 2012. I rischi attribuibili al consumo di carne bovina (per incremento di 100 grammi/settimana) sono stati desunti da revisioni sistematiche disponibili in letteratura.
Il consumo medio di carne della popolazione italiana nel 2005-2006 era pari a 770 grammi/settimana, con un’evidente eterogeneità geografica e differenze di genere. I consumatori abituali di carne bovina erano stimati pari al 69% della popolazione adulta con un consumo superiore ai 400 grammi tra gli uomini in tutte le aree geografiche, ad eccezione delle regioni del Sud; complessivamente le donne consumavano meno carne bovina, in media 360 grammi a settimana, con un consumo più alto tra le donne del Nord-Ovest (427 g) e più basso tra le donne del Sud (315 g).
A partire da un livello baseline di consumo di carne bovina in Italia desunto dai dati disponibili, relativo alla popolazione adulta, sono stati ipotizzati 4 scenari di riduzioni progressive pari al 20%, 40%, 50% e 70%, rispettivamente. Per ciascuna ripartizione geografica e per genere sono stati stimati il numero di decessi evitabili associati alle riduzioni di consumo ipotizzate. L’emissione di gas serra attribuibile al consumo abituale di carne bovina al 2012 della popolazione adulta è stata stimata in 10 gigagrammi di CO2 equivalenti.
RISULTATI: nel passaggio da scenari di bassa riduzione di consumo (20%) a scenari più virtuosi (riduzione del 70%), la percentuale di casi evitabili varia da 2,1%a 6,5%per il tumore del colon retto e da 1,6%a 5,6%per l’infarto. I guadagni di salute riflettono i livelli di consumo delle varie fasce di popolazione: più alti per gli uomini e per le regioni del Nord-Ovest.
CONCLUSIONI: per l’Italia, scenari di riduzione del consumo di carne bovina tra il 50% e il 70% sono linea con i livelli di assunzione di carne bovina raccomandati e con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra dell’Unione europea.

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Abstract

BACKGROUND: the reduction in red meat consumption has been proposed as one of the climate change mitigation policies associated to health benefits. In the developed world, red meat consumption is above the recommended intake level.
OBJECTIVES: the aim is to evaluate health benefits, in term of mortality decline, associated to different bovine meat consumption reduction scenarios and the potential reduction in greenhouse gas (GHG) emissions.
DESIGN: meat consumption in Italy has been estimated using the Italian National Food Consumption Survey INRAN-SCAI (2005-2006) and the Multipurpose survey on household (2012) of the Italian National Institute for Statistics. Colorectal cancer and stoke mortality data are derived from the national survey on causes of death in 2012. Bovine meat consumption risk function has been retrieved from systematic literature reviews. Mean meat consumption in Italy is equal to 770 grams/week; gender and geographical variations exist: 69 per cent of the adult population are habitual bovine meat consumers; males have an average intake of over 400 grams/week in all areas of Italy (with the exception of the south), while females have lower intakes (360 grams per week), with higher consumption in the North- West (427 gr) and lower in the South of Italy. Four scenarios of reduction of bovine meat consumption (20%, 40%, 50%e 70%, respectively) have been evaluated and the number of avoidable deaths by gender and area of residence have been estimated. GHG emissions attributed to bovine meat adult consumption have been estimated to be to 10 gigagrams CO2-eq.
RESULTS: from low to high reduction scenario, the percentage of avoidable deaths ranged from2.1%to 6.5%for colorectal cancer and from 1.6% to 5.6% for stroke. Health benefits were greatest for males and for people living in the North-Western regions of Italy.
CONCLUSIONS: in Italy, in order to adhere to bovine meat consumption recommendations and to respect EU GHG emission reduction targets, scenarios between 50% and 70% need to be adopted.

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