Andando alla ricerca di cimeli dell’industria nei mercatini di modernariato (reali e virtuali) può capitare di incontrare casualmente frammenti di vita vissuta nelle fabbriche di più di un secolo fa. È quanto è avvenuto con l’acquisto di una vecchia carta intestata ornata da un bel fregio raffigurante l’opificio e datata 14 luglio 1903. In genere queste missive trattano di argomenti commerciali, talvolta di problemi con forniture non pagate o fallimenti. Ma stavolta l’argomento della lettera, inviata al sindaco di Lucca, sede amministrativa di riferimento dell’azienda, è di tutt’altro genere.

Il testo descrive l’incresciosa situazione nella quale si erano venuti a trovare titolari e operaie della ditta all’indomani della promulgazione della legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli del 19 giugno 1902 n.242.1 Infatti l’art.2 della legge prescriveva l’obbligo per le donne minorenni e i fanciulli fino a 15 anni di avere il libretto sanitario nel quale fosse attestato dall’ufficiale sanitario del Comune di residenza il loro stato di buona salute e di attitudine fisica al lavoro scelto. Nello stabilimento Bertini Petri & C. lavoravano a quel tempo circa 150 operaie addette alla produzione di Cucirini, essendo le macchine mosse da una turbina della potenza di 40 CV.2 Si può immaginare quale impatto avesse avuto la nuova legislazione in una simile realtà produttiva. Solo che - si faceva notare al Sindaco di Lucca - le donne e le minori residenti in quel Comune non avevano avuto modo di ottenere il dovuto libretto a causa dell’atteggiamento dell’ufficiale sanitario che si era rifiutato di rilasciarglielo se non dopo la dimostrazione dell’avvenuta vaccinazione, come da certificazione del medico vaccinatore. In un sistema nel quale le registrazioni di atti sanitari si limitavano a quel tempo all’attestazione scritta dei principali eventi dell’esistenza (nascita, inizio ufficiale del periodo fertile con le nozze, morte, per limitarsi a quelle rilevanti per la salute) trovare il modo per certificare una remota vaccinazione era molto spesso impossibile. E l’ufficiale sanitario del limitrofo Comune di Capannori doveva aver interpretato con una certa elasticità tale obbligo, forse affidandosi al ricordo delle interessate, più che esigendo una qualche attestazione scritta, in tal modo risolvendo pragmaticamente il dilemma circa il rilascio del fatidico libretto sanitario. Di ciò dava conto la lettera dei titolari della ditta che si stupivano del diverso atteggiamento dei due ufficiali sanitari, uno rigido nell’interpretare la norma, l’altro evidentemente più flessibile. Si prendevano anche le parti delle sfortunate operaie residenti nel comune di Lucca, costrette, loro malgrado a recarsi all’ufficio  nel giorno di festa, ma respinte già due volte senza aver ottenuto nulla. Le malcapitate, residenti nel contado fuori le mura, avevano così dovuto sostenere ripetute spese di trasporto necessarie a recarsi in città e ora reclamavano una conclusione a quell’andirivieni. Ma il problema era in fondo, più di forma che di sostanza. Si eccepiva che in quelle condizioni la ditta non poteva essere ritenuta colpevole di aver ammesso al lavoro operaie prive di libretto sanitario, nel caso, non remoto, fosse stata oggetto di ispezioni per la verifica dell’applicazione della legge. La ditta insomma metteva le mani avanti. Nessun cenno veniva fatto all’eventuale applicazione di altre, importanti norme contenute nella legge, volte per esempio a garantire la possibilità di avere con sé la prole nei primi mesi dopo la nascita con l’organizzazione di cresce e camere per l’allattamento.


Trascrizione del testo

Fabbrica Italiana di Filati da Cucire Bertini Petri & C.
Marlia (Lucca) Li 14 Luglio 1903

Illmo Sig. Cav. Sindaco
del Comune di Lucca

Ella ben sa come in forza della nuova legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli tutte le donne di qualunque età addette al lavoro di notte, e quelle minorenni che vengono d’ora in avanti ammesse anche al lavoro di giorno devono essere munite di un libretto rilasciato dall’Ufficiale Sanitario del proprio Comune.

Alle nostre operaie appartenenti al Comune di Capannori è già stato rilasciato tale Libretto, mentre quelle del Comune di Lucca si sono già presentate due volte all’Ufficiale Sanitario senza poterlo ottenere, adducendo Egli fra le altre difficoltà quella di esigere la fede di vaccinazione del Medico che le ha vaccinate. È facile comprendere esser questa una cosa assai difficile, perché ve ne sono alcune di cui il Medico che le vaccinò è morto e per conseguenza non possono procurarsi la fede.

Ora domandiamo: perché al Comune di Capannori si è potuto fare senza questa fede, ed il Comune di Lucca lo esige ? Non è per tutti la stessa Legge ?

Facciamo presente alla S.V.Illma che queste operaie non possono presentarsi all’Ufficiale Sanitario che in giorni festivi, e che per recarsi a Lucca gli occorse una spesa alla quale per una volta si assoggettano, e che giustamente si ricusano di sopportare per due o tre volte, quindi ne nasce l’inconveniente per parte nostra di non poterci mettere in regola.

Stando le cose in questi termini dobbiamo dichiararle che avendo noi e le nostre operaie adempiuto alle ingiunzioni della Legge, e non avendo potuto ottenere quanto si richiedeva per solo dato e fatto dell’Ufficiale Sanitario, decliniamo qualunque responsabilità in merito alle conseguenze di una Ispezione, e di quant’altro da ciò potesse derivare.

Affidiamo alla di Lei bontà e saggezza di provvedere a questo inconveniente, e certi che queste nostre dichiarazioni saranno da Lei benevolmente accolte, gliene anticipiamo i più vivi ringraziamenti, e con distinti ossequi ci confermiamo

Della S.V.Illma
Devotissimi,
Firma Bertini Petri

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