La disponibilità di data base amministrativi ricchi di informazioni e i cui dati individuali relativi alle prestazioni usufruite sono riferibili tramite un identificativo ai differenti soggetti consente di arrivare a stimare alcune misure epidemiologiche prima difficilmente ottenibili con altri metodi se non attraverso indagini ad hoc o sistemi complessi e onerosi come i registri di patologia.

L’utilizzo principale finora attuato è quello della stima di prevalenza ottenuta con il linkage di tutte le prestazioni usufruite dai soggetti malati, siano queste ricoveri, visite, esami, farmaci, esenzioni eccetera. Ci sono ormai numerosissimi esempi in letteratura delle potenzialità di questo approccio che sicuramente arricchisce la conoscenza, ma che ha bisogno di essere approfondito per mettere in evidenza problemi e potenzialità. In particolare, in questo contributo (per via della sua collocazione in una specifica rubrica) metteremo l’accento sui problemi insiti in questo approccio per evidenziare gli eventuali granchi che il ricercatore può prendere. La realtà, come sempre del resto, è sicuramente più complessa di quella che qui di seguito presentiamo, ma (come è già successo nei contributi precedenti) un esempio semplificato può servire a meglio comprendere le possibili distorsioni nei risultati cui questo approccio può dare luogo.

Abbiamo posto l’attenzione sulle conseguenze che può avere un errore di registrazione dell’identificativo personale, solitamente il codice fiscale, che viene rilevato con diverse modalità, ciascuna associata probabilmente a una differente probabilità di compiere un errore... Accedi per continuare la lettura

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