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Salute senza confini.
Le epidemie al tempo della globalizzazione

Paolo Vineis
Torino, Codice Edizioni
2014, pp. 130, euro 10,30

Nel volume Salute senza confini. Le epidemie al tempo della globalizzazione, Paolo Vineis, con grande lucidità e capacità di visione globale, traccia la complessa concatenazione di eventi che incidono sulle condizioni di salute in conseguenza della globalizzazione. E lancia un allarme: viviamo in un’epoca in cui nel mondo c’è più sovrappeso che denutrizione e non era mai stato così. L’obesità e il diabete sono tra i maggiori problemi sanitari dell’Occidente, ma non risparmiano oggi i Paesi a basso reddito. I meccanismi di generazione di questo fenomeno, quali la trasformazione industriale dei cibi, l’urbanizzazione, la spinta ai consumi, sono di difficile controllo, perché contrastano con forti interessi economici.

I grandi cambiamenti demografici in atto stanno determinando a loro volta lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali disponibili, tanto da poterne ipotizzare, a lungo termine, l’esaurimento. Un capitolo, dedicato agli effetti dei cambiamenti climatici, sottolinea che le modificazioni del clima, causate oggi dalle emissioni di gas serra prodotte dai Paesi più ricchi, hanno conseguenze più gravi sulla salute delle popolazioni dei Paesi più poveri. Le interazioni fra cambiamenti climatici e migrazioni delle popolazioni potranno generare, inoltre, panorami imprevedibili in termini di conseguenze sulla salute. Il libro documenta evidenze che contrastano fortemente il negazionismo sul riscaldamento globale, come il caso indagato in profondità del Bangladesh.

Di fronte al cambiamento climatico si aprono due strade, “adattamento” e “mitigazione”, entrambe indispensabili, ma, a lungo termine, solo la seconda, oggi ignorata dalla maggior parte dei governi del pianeta, in grado di contrastarne le cause attraverso una riduzione dell’emissione di gas serra.

Vi è poi il capitolo più politico del libro, a detta dello stesso autore, dedicato all’epigenetica, che rappresenta in qualche modo il punto di incontro, il meccanismo in grado di spiegare come i grandi cambiamenti in atto a causa della globalizzazione potranno influenzare la salute delle popolazioni e quelle delle generazioni future. Meccanismi che, a differenza di quelli genetici, condividono con la società moderna la rapidità. Fattori ereditabili, ma anche reversibili: attraverso meccanismi epigenetici, la malnutrizione materna, per esempio, può aumentare il rischio di obesità e di malattie metaboliche nei figli, mentre dieta ed esercizio fisico, sempre attraverso meccanismi epigenetici, determinano effetti positivi.

La salute non è uguale per tutti. Nell’era della globalizzazione le disuguaglianze di salute sono destinate ad accrescersi: aggravanti sono la diffusione dei modelli di malattia occidentali senza adeguate difese e le attuali tendenze economiche che osteggiano i sistemi sanitari a carico dello stato creando ulteriori svantaggi per i più poveri.

Un libro per tutti, una discussione aperta rivolta agli scienziati, agli epidemiologi, al mondo della sanità in generale, per riflettere sulle migliori strategie per la difesa della salute nei nuovi scenari, ma anche e soprattutto per i politici, perché nell’era della globalizzazione la salute non sia più un fatto delegabile solo a buone politiche sanitarie o, peggio, agli specialisti della materia, ma venga affrontata con misure che riguardano molteplici aspetti della politica sociale, produttiva ed economica; perché, senza la consapevolezza di tutti sulle potenzialità negative delle tendenze macroeconomiche attuali e delle loro conseguenze sociali, nessuno specialista sarà in grado di organizzare un’efficace difesa della salute.

La via di uscita proposta dall’autore è ambiziosa: per avere un controllo sulla diffusione dei rischi e un’efficace difesa della salute occorre un’azione coordinata della comunità politica internazionale attraverso un’istituzione forte, che possa contare su istituzioni collegate ed efficienti ai livelli nazionali. Ed è indispensabile che queste ultime creino sinergie anche al fine di indurre comportamenti adeguati in competizione con quelli propagandati per puri interessi economici.

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