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Un libro di Gavino Maciocco del 2014 (La salute globale. Determinanti sociali e disuguaglianze. Milano, Carocci editore) porta una dedica: «A Giovanni Berlinguer, medico, professore e maestro di sanità pubblica, storico della sanità e dell’assistenza, presidente del comitato nazionale di bioetica, rappresentante italiano presso la commissione OMS sui determinanti sociali di salute, pubblicista instancabile, politico e parlamentare». Il pensiero espresso da questa dedica è un atto sentito e dovuto e dovrebbe comparire per tanto tempo ancora in ogni scritto, in ogni progetto, in ogni azione che tratta in maniera costruttiva di sanità pubblica, di qualità, di equità, di salute globale.

L’intensa vita di Giovanni (Sassari 1924-Roma2015), che ha avuto molti riconoscimenti nazionali e internazionali, è trascorsa in una sinergia armonica originale e proficua, di rado conflittuale, tra scienza, politica, accademia, socialità, amicizia: segretario e presidente dell’Unione internazionale studenti fra il 1949 e il 1953, consigliere provinciale di Roma, membro attivo del comitato centrale del Partito comunista italiano, viene eletto deputato nel 1972, nel 1976 e nel 1979, senatore nel 1983 e nel 1987. E’ consigliere del Comune di Roma nel 1983, non aderisce al Partito democratico, fino al maggio 2009 è deputato al Parlamento europeo. Prima docente di medicina sociale a Sassari, di fisiologia e igiene del lavoro a Roma poi, è autore di un numero incalcolabile di scritti, monografie e articoli su riviste di cui si sono letteralmente nutrite più generazioni di uomini e donne di tutti i continenti e non solo di medici. Alcune pubblicazioni sono di occasione e di alta divulgazione, molte rappresentano pietre miliari della storia delle malattie e della sanità, della sociologia urbana, della politica sanitaria, del rapporto tra politica e scienza e tra salute, società, etica e ambiente.

Giovanni ha sempre messo in campo e fatto valere una schietta passione di riformista limpido, mite ma rigoroso e combattivo, brillante, sorridente, ironico e autoironico, di alta moralità e umanità; è stato fattivo, dialogante, rispettoso degli altri e anche di chi si poneva, spesso sbagliando, alla sua sinistra. Una bella persona, buona, generosa e arguta, da ricordare e imitare.

Qui trovi la recensione di Silvana Salerno comparsa su E&P nel 2011 dell’ultima monografia firmata da Giovanni Berlinguer.

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