«Chi inquina è senza dio», parola di Benedetto XVI. Parte con questo viatico (e con una buona citazione dei Simpson) Così ci uccidono, il libro di Emiliano Fittipaldi, giornalista dell’Espresso, sull’onnipervasiva emergenza ambientale del Belpaese. È il resoconto di un viaggio sconcertante nell’Italia dei veleni disseminati nel passato e delle mancate bonifiche di oggi.

C’è moltissima epidemiologia in questo volume. Ma qui non si elimina il contesto storico, sociale, economico come fanno gli epidemiologi quando contano i morti e i ricoveri in una zona a rischio, ma al contrario i numeri vengono letti alla luce degli interessi economici, politici, criminali che li hanno prodotti e spesso sono raccontati con le parole dei protagonisti (a volte le vittime, a volte i carnefici).

In più punti emerge anche l’incapacità e l’incompetenza degli organi preposti alla salvaguardia della salute pubblica. Il tono è sicuramente indigeribile per chi da decenni si occupa di misurare con dedizione gli effetti dell’inquinamento sulla salute e lavora silenziosamente per la prevenzione (per intenderci, il capitolo sull’aumento dei tumori infantili si intitola Erode), ma forse una buona sferzata ogni tanto ci vuole. In fondo, anche gli epidemiologi sanno di vivere in un Paese che, oltre a essere molto inquinato, sconta le scelte di chi, tra gli interessi forti e la difesa della salute, tante volte favorisce i primi e trascura la seconda, e farebbero bene a dire la loro sull’argomento. Fittipaldi ha il merito di mettere insieme i pezzi e offrire un’immagine complessiva, di dare un’idea delle dimensioni globali e della gravità del disastro ambientale italiano. Che spesso sfugge al cittadino. E forse anche a qualche epidemiologo, troppo concentrato sulla metodologia e sulla singola tessera del mosaico.

Stesso tema, ma un approccio del tutto diverso per il volume di Luca Carra e Margherita Fronte, Polveri e veleni. Viaggio tra salute e ambiente in Italia.

Perché, se Fittipaldi fin dal titolo adotta uno stile aggressivo, tipico del giornalismo di denuncia, Carra e Fronte optano per un approccio più neutro, affidando la forza delle proprie argomentazioni al rigore dei dati scientifici presentati. Se Fittipaldi cerca i protagonisti e dà loro voce, la stragrande maggioranza degli interventi virgolettati in Polveri & veleni riporta dichiarazioni di medici, ricercatori, epidemiologi. Una maggiore distanza dai fatti, quindi, ma anche un maggiore equilibrio, che permette agli autori di rilevare, accanto ai danni all’ambiente, anche tutte le inizitive che in questi anni sono state realizzate nel tentativo di contrapporsi al degrado e alla cultura dello sfruttamento ingiustificato del territorio.

Da giornalisti scientifici di lunga esperienza quali sono, Carra e Fronte raccontano il loro viaggio scandendolo in tanti capitoli brevi ma ricchi e aggiornatissimi, e lo fanno con un linguaggio chiaro, scorrevole, capace di catturare l’attenzione dei più.

I fatti vengono letti in contesti economici, sociali e culturali molto ampi. Vengono passati in rassegna i temi caldi della ricerca ambientale e presentate le potenzialità delle metodologie epidemiologiche più aggiornate. Gli autori fanno il punto sulle cause e sulle conseguenze dei cambiamenti climatici (e sulla capacità di mitigarne gli effetti attraverso la predisposizione di reti di monitoraggio efficaci), sull’inquinamento atmosferico nelle città, sulla contaminazione della Pianura Padana e del grande fiume che la attraversa. Sull’eredità di uno sviluppo economico che ha creato più di uno squilibrio ecologico: da Porto Marghera a Gela, da Seveso a Balangero (la più grande miniera a cielo aperto dell’Europa occidentale per l’estrazione di asbesto). Non manca un capitolo dedicato alle conseguenze dell’incidente di Chernobyl, in cui si sintetizzano anche gli studi europei più recenti sulla salute dei bambini residenti in aree prospicienti centrali nucleari.

L’attenzione non è rivolta solo ai danni del passato, naturalmente. Le preziose informazioni contenute nel volume rispondono ai quesiti che oggi si pone il cittadino che vuole essere ben informato sulle scelte da compiere per salvaguardare la propria salute e nello stesso tempo lasciare un’impronta ecologica meno pesante. Interessanti in questo senso i capitoli dedicati all’alimentazione, ai cibi OGM, all’uso dei cellulari, allo smaltimento dei rifiuti. Rischi vecchi e nuovi da affrontare con consapevolezza. Due libri, due modi di intendere il giornalismo, un unico fine: favorire la crescita di quella coscienza ambientale di cui in Italia c’è tanto bisogno, senza la quale questo Paese rischia di essere consegnato definitivamente nelle mani di chi lo sta distruggendo.

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