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Debbo confessare che ho cominciato a leggere il libro oggetto di questa recensione animato da un pregiudizio: cosa ancora si poteva dire che non fosse già stato scritto e volgarizzato circa l’opera di Bernardino Ramazzini (1633-1714), nume tutelare della medicina del lavoro?

La fortuna del medico di Carpi ha attraversato vicende alterne, sperimentando, suo malgrado, apici di fama in circostanze talvolta non propriamente gloriose, come quando divenne preda della propaganda fascista che ne fece un vessillo del genio italico, in occasione del trecentesimo anniversario della nascita. In altri tempi Ramazzini è stato abilmente proposto come antecedente illustre e preveggente per mostrare l’“argenteria di famiglia” alla comunità scientifica internazionale.

Nulla di tutto questo trapela dalle pagine del libro, autoprodotto secondo le più moderne tecniche editoriali oggi vigenti da Giuliano Franco, professore ordinario di medicina del lavoro dell’Università di Modena. L’impostazione dell’opera punta senza incertezze alla valorizzazione dei testi ramazziniani in un contesto non propriamente esegetico.

Lo schema dei 54 brevi ma densi capitoli è sempre quello di declinare un aspetto attuale della medicina del lavoro, definito da riferimenti bibliografici puntuali e aggiornati, affiancati a citazioni delle osservazioni fatte da Ramazzini stesso. Ne scaturisce un effetto singolare: da una parte l’impressione che il medico di Carpi abbia affrontato, con i mezzi a sua disposizione, un po’ tutti gli aspetti che sono anche oggi all’ordine del giorno nel campo della salute occupazionale; dall’altra, la percezione di un artificio retorico volto a sottolineare che anche ciò che può apparire a prima vista nuovo spesso affonda le sue radici in tempi trascorsi e può lì trovarvi importanti spunti e conferme.

Lo stile piano e didascalico e il lessico semplice e discorsivo fanno pensare che Franco abbia voluto dedicare questa sua opera agli studenti di medicina o cultori della materia che si avvicinano per la prima volta all’argomento. Il metodo adottato consiste in una sorta di “controcanto” tra un rapido schizzo del tema trattato nel capitolo ancorato all’attualità e i riflessi che questo stesso tema ha negli scritti di Ramazzini. Emerge, così, la conoscenza veramente completa che l’autore ha dell’opera ramazziniana. Molti riferimenti riguardano opere diverse dal De Morbis, quali le Orazioni, le Costituzioni epidemiche, la Commentatio sulla salute dei principi. Il trait d’union è comunque il lavoro e i suoi risvolti sulla salute umana. Esaminare l’indice può essere utile per capire la logica che sottostà alla progettazione del volume.

I primi 9 capitoli descrivono soprattutto il contesto culturale e storico di Modena e della medicina nella seconda metà del Seicento. I capitoli dal 10 al 12 affrontano l’insieme degli scritti che Ramazzini dedica ai lavoratori e alle loro malattie, non escluse quelle che affliggono i principi nell’esercizio del loro ufficio. Il titolo del capitolo 13 è illuminante e propedeutico alla lettura dei rimanenti: «Una lettura semantica della Diatriba». Da quel punto in poi si susseguono titoli riguardanti temi che potrebbero essere stati tratti da studi di oggi, tanta è l’attualità del loro significato (per esempio, la postura, lo stress, il ruolo dell’ambiente di lavoro). Chiudono il libro quattro capitoli e un epilogo volti a tirare le somme e offrire consigli e ammonimenti a chi si avvicina alla difficile professione di medico del lavoro.

La bibliografia citata nelle 362 note a piè di pagina è completa e accurata, aggiornata alle novità del contemporaneo Trattato di medicina del lavoro, edito nel 2015 da Piccin, del quale Giuliano Franco è stato curatore insieme a Lorenzo Alessio e Francesco Tomei, opera monumentale in due volumi e 2.090 pagine dalla quale vengono puntualmente citati numerosi capitoli. Queste due opere a cui Franco ha lavorato risultano così complementari, essendo state concepite in contemporanea e vivendo in effetti quasi in simbiosi.

Meglio prevenire che curare è un agile volumetto ricco di stimoli per una lettura aggiornata e profittevole dell’opera completa del magister carpigiano, dalla quale traspare l’esperienza pedagogica dell’autore accumulata in una lunga e meritevole carriera d’insegnamento della medicina del lavoro.

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