Innanzi tutto grazie ai lettori che hanno risposto al nostro questionario; 45 possono sembrare pochi, ma chi se ne intende lo giudica un buon successo.

Queste le mie riflessioni sulle risposte ottenute

Chi ha risposto

È innanzitutto evidente che non si tratta di una inchiesta su un campione statistico, ma solo l’opinione di quei lettori che si sono auto selezionati decidendo di rispondere. Il primo elemento interessante è la loro età: è rappresentativa dell’età dei lettori di E&P, oppure dei lettori sensibili alla tematica della valutazione delle performance o invece solamente dei lettori che avevano voglia e tempo per rispondere? Difficile dirlo però sorprende la loro distribuzione per età. Perché la distribuzione è così sbilanciata verso le età più anziane? L’epidemiologia è cosa da vecchi? O i nostri lettori sono per la maggioranza vecchi? O la tematica della valutazione non interessa i giovani? Sarebbe interessante sapere cosa ne pensate voi che state leggendo! E nonostante una forte presenza femminile nell’epidemiologia, le risposte degli uomini sono state il doppio di quelle delle donne; forse gli uomini sono ancora più presenti nella gestione delle aziende? Rispetto alle professioni almeno 30 sono medici e lo è forse anche qualcuno tra i rimanenti 15 che si è presentato solo come “universitario” oppure come “direttore generale”.

Per la sanità pubblica o per la privata?

Per valutare l’atteggiamento generale dei rispondenti verso il Servizio Sanitario Nazionale si è chiesto loro quale ritenessero fosse la migliore percentuale di privato ( 0 = niente privato, 10 = tutto privato). La media delle risposte ha dato un punteggio 3,30, cioè il miglior mix con due terzi di pubblico e un terzo di privato, ma con una elevata variabilità di risposte (sigma=2,65). Ci sono state cinque risposte che hanno indicato zero (cioè tutto pubblico e niente privato) ed una sola risposta a dieci, cioè solo privato.

È comunque interessante notare che l’opinione dei rispondenti verso il miglior mix va verso una maggior presenza di privato al diminuire dell’età del rispondente, e su questa indicazione è opportuno che chi go verna il SSN ci rifletta.

Le dimensioni ritenute prioritarie

La dimensione ritenuta prioritaria dai due terzi dei rispondenti è stata l’efficacia e ciò non stupisce dato che si tratta per lo più di epidemiologi; semmai sorprende che un terzo non consideri l’efficacia tra le tre dimensioni prioritarie della valutazione.

Dimensione prioritaria

Risposte

Efficacia

28

Equità

19

Scientificità

17

Efficienza

16

Umanizzazione

13

Deontologia

6

Legalità

6

Partecipazione

6

Eticità

5

Responsabilità gestionale

5

Soddisfazione utenti

5

Soddisfazione operatori

4

Economicità

3

Produttività

2

Consenso politico

0

Contenimento dei costi

0

Responsabilità politica

0

totale risposte (tre a testa)

135

La seconda dimensione per frequenza di risposte è stata l’equità e questo è molto interessante dato che nei tentativi di valutazione delle performance oggi esistenti l’equità è per lo più assente o le è riservato un ruolo molto marginale. Altrettanto si può dire per la scientificità che comunque in questo contesto potrebbe essere considerata sinonimo di appropriatezza.

Il quarto posto è stato assegnato all’efficienza che però, probabilmente, è stata interpretata come “qualità” delle prestazioni mentre le dimensioni economiche non sono state considerate quasi mai tra le principali dimensioni prioritarie come anche le dimensioni politiche, consenso e responsabilità. Alcune risposte, poche in verità, hanno dato infine come prioritarie quelle etico comportamentali.

Le dimensioni ritenute non prioritarie

Ovviamente le dimensioni ritenute meno prioritarie hanno frequenze inverse a quelle ritenute prioritarie ma ugualmente è interessante considerarle.

Dimensioni meno prioritarie

Risposte

Contenimento dei costi

39

Consenso politico

33

Produttività

17

Responsabilità politica

16

Economicità

14

Partecipazione

6

Responsabilità gestionale

3

Soddisfazione operatori

3

Soddisfazione utenti

2

Deontologia

1

Equità

1

Efficacia

0

Efficienza

0

Eticità

0

Legalità

0

Scientificità

0

Umanizzazione

0

totale risposte (tre a testa)

135

L’87% dei rispondenti considera non prioritario valutare il contenimento dei costi, il 38% la produttività ed il 31% l’economicità. Ciò significa che ancor oggi molti degli operatori di ruolo sanitario ritengono che il sistema possa essere performante anche se economicamente non soddisfacente. Lo stesso si può dire per gli aspetti di governo del sistema, cioè la responsabilità politica ed il consenso, che sono due elementi imprescindibili per il corretto funzionamento del sistema e addirittura per la sua sopravvivenza.

Si può peraltro notare che alcune dimensioni comportamentali come la legalità, l’eticità, l’umanizzazione non ritenute tra le prioritarie però non hanno avuto alcuna risposta tra quelle ritenute meno importanti.

Una considerazione conclusiva

Nel tentativo di dare una sintesi delle riposte si sono sottratte le frequenze delle risposte relative alle dimensioni meno prioritarie a quelle invece considerate tali.

Ne risulta che le prime tre, efficacia equità scientificità, corrispondono a delle dimensioni praticate frequentemente dagli epidemiologi e dai lettori della nostra rivista, e quindi confermano ciò che ci si poteva attendere.

Non vi è però un consenso unanime ed anzi la variabilità delle risposte fa ritenere che le scelte relative alle modalità dei processi di valutazione siano oggi molto delicate e quindi non possono essere prese con superficialità.

Classifica di priorità

Risposte

Efficacia

28

Equità

18

Scientificità

17

Efficienza

16

Umanizzazione

13

Legalità

6

Deontologia

5

Eticità

5

Soddisfazione utenti

3

Responsabilità gestionale

2

Partecipazione

1

Soddisfazione operatori

1

Economicità

-11

Produttività

-15

Responsabilità politica

-16

Consenso politico

-33

Contenimento dei costi

-39

 

In particolare poi risulta molto evidente come sia difficile avere una visione complessiva del sistema e quindi sia naturale previlegiare le dimensioni più vicine alla propria sensibilità. Concordiamo con il giudizio dato all’efficacia come dimensione principale in quanto se la sanità non fosse in grado di produrre salute è allora ovviamente addirittura inutile che ci sia.

Ma non si può non esprimere preoccupazione per la sottovalutazione che la componente sanitaria fa degli aspetti gestionali ed economici essenziali per la sostenibilità stessa del sistema sanitario.

In conclusione l'auspicio è che le valutazioni delle performance aziendali riescano a considerare tutte le dimensioni del sistema stesso pur attribuendo a ciascuna il peso che si ritiene sia corretto assegnargli. Si possono fare valutazioni diverse a seconda dei soggetti interessati, siano i pazienti, gli operatori, i decisori, ma è necessario che si riesca poi ad effettuare una valutazione complessiva con il consenso di tutte le parti coinvolte.

E non accada quindi che un sistema che magari funziona bene in senso medico debba fallire per motivi economici o politici, oppure che un sistema economicamente ben gestito e politicamente ben governato non sia capace invece di produrre la necessaria efficacia in termini di salute.

Questo è quello che penso io, ma il dibattito è ovviamente aperto e spero che ci sia chi vorrà esprimere le proprie convinzioni sia confermando sia contraddicendo le mie conclusioni, ma contribuendo ad aiutare quanti devono impostare i processi di valutazione delle aziende sanitarie.

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