Sul numero di maggio-agosto 2014, Epidemiologia&Prevenzione ha pubblicato un contributo sull’aumento delle disuguaglianze nel fumo di sigarette, la cui prevalenza si sta riducendo tra i ceti più abbienti, mentre resta stazionaria tra i più svantaggiati. Questa osservazione era messa in relazione con il rapido aumento delle vendite di tabacchi trinciati che costano meno perché godono di un regime fiscale vantaggioso. Nel contributo si raccomandava la rimozione della tassazione vantaggiosa.1 Benedetto Terracini, nel suo consueto commento editoriale di E&P, ha espresso disagio per il fatto che un aumento della tassazione sui trinciati andrebbe a «rimpolpare le casse dell’erario» a spese dei fumatori più poveri, e ha invitato i lettori a esprimersi in proposito.2I firmatari di questa lettera colgono ben volentieri l’invito, ben consapevoli che è proprio la popolazione dei più poveri ad avere un maggior beneficio da un aumento delle accise sui tabacchi, poiché fumano di più, sono più sensibili agli aumenti e soffrono di più delle conseguenze negative di salute. Gli interventi che riducono la prevalenza d’uso di tabacco contribuiscono a una riduzione delle disuguaglianze di esposizione e di salute.3-5Sappiamo che gli aumenti d’imposta di qualsiasi prodotto in commercio sono necessariamente iniqui e sproporzionati, in quanto affliggono maggiormente i più poveri... Accedi per continuare la lettura

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