Credo che oggi il Sistema Sanitario abbia bisogno di idee costruite con l’apporto di tutti gli operatori ed anche di tutti gli utenti. E non è solo una questione di consenso, peraltro utile, ma anche di effettivo apporto di valutazione delle necessità reali e delle modalità possibili di miglioramento.

Certamente l’apporto che può essere dato dai cosiddetti “esperti” è importante ed irrinunciabile, e questi si esprimono con rapporti ai decisori, con relazioni ai convegni ed articoli su riviste scientifiche.Ma è soprattutto dal confronto tra posizioni simili od anche contrapposte che meglio può svilupparsi la soluzione ai problemi emergenti.

Il ruolo delle riviste scientifiche

Quando nel 1976 Giulio Alfredo Maccacaro, pochi mesi prima di mancare, pensò di dare inizio alla rivista Epidemiologia & Prevenzione riteneva che questa potesse diventare uno spazio dove far confluire varie voci, quelle dei ricercatori, ma anche quelle dei cittadini, quelle dei lavoratori, quelle di chiunque volesse esprimere delle riflessioni o delle preoccupazioni in argomento di sanità.

In questi quarantatre anni, tanti ne ha la rivista, il modo di comunicare è invece molto cambiato nella nostra società; allora una rivista era quasi l’unico mezzo di comunicazione e la televisione nazionale, in bianco e nero, era solo quella della Rai e con soli due canali, cui si aggiungevano sparute televisioni locali che facevano praticamente solo programmi di intrattenimento. Oggi i mezzi di comunicazione si sono enormemente moltiplicati e non solo in numero, ma soprattutto in velocità e facilità di accesso. Ma se i “media” sono aumentati, ci si deve domandare: «Sono aumentate anche l’informazione e la comunicazione?».

Le riviste di sanità pubblica od organizzazione sanitaria, anche le italiane ma soprattutto le straniere in lingua inglese, si sono moltiplicate, ma se un tempo chi le finanziava erano gli abbonamenti dei lettori oggi sempre più sono i contributi degli autori: le riviste scientifiche stanno diventando sempre più luoghi dove scrivere piuttosto che luoghi dove leggere ed informarsi. E soprattutto sta sparendo nelle riviste il dibattito e l’informazione operativa.

I blog

Buona parte del dibattito negli anni scorsi si è trasferito sui Blog che sono dei siti web strutturati dove per lo più un blogger inserisce dei contenuti ed avvia una discussione. Molti Blog si sono finanziati aprendosi alle inserzioni pubblicitarie mentre altri hanno rinunciato all'indipendenza dei contenuti facendosi finanziare da portatori di interessi. Il nostro Blog rivendica invece la sua totale indipendenza anche se ciascuno che scrive ha le sue opinioni che non possono mai essere “neutrali” proprio perché sono le sue!

I social

Anche i Blog, ahimè, hanno avuto la loro crisi oscurati da cosiddetti social molto più rapidi ed immediati, come twitter, Instagram ecc. Pochi caratteri, pochi discorsi, nessuna elaborazione di idee o concetti, molte frasi generate da reazioni a favore o contro e spesso condite con insulti e falsità. Commentare un testo di un Blog è una operazione che richiede impegno e riflessione, commentare un twitter è molto più facile ed immediato ma per lo più risulta anche per nulla costruttivo.

È sempre più auspicabile che le parole escano dalla testa e non dalla pancia! E che servano non per offendere, per esprimere rabbia o appartenenza, bensì per cercare assieme di capire ciò che è più giusto e per proporre la soluzione che si ritiene più adeguata ai problemi. Non è tanto la forma del battibecco che conta; ciò che conta è lo sforzo di elaborare considerazioni il più possibile ponderaste e tendenti a costruire delle soluzioni.

Elogio del confronto costruttivo

Per questi motivi mi permetto qui di far l’elogio del battibecco, cioè l’elogio del confronto tra posizioni solide. Il battibecco non necessita di assumere forme complesse ed eleganti ma occorre che i battibeccanti ci credano alle loro idee e siano convinti che confrontandosi le idee possano migliorare e diventare più vere. Scrivere sul nostro Blog non serve certo per far carriera e neppure per vincere le elezioni o per vendere un prodotto e sicuramente necessita di metterci un po’ più di impegno rispetto a quello necessario per sporcare lo screen con dei tweet.

Per questi motivi invito tutti ad usare questo strumento che non può e non deve ridursi a raccogliere i mei pensieri più o meno azzeccati ma deve diventare uno strumento di elaborazione di opinioni propositive sui temi della sanità pubblica, perché solo così si può sperare di avere un impatto sulla realtà del Servizio Sanitario Nazionale.

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Ho usato la parola “battibecco” per dare un po’ più di brio a questo intervento ma forse sarebbe stato meglio usare il termine dibattito o ancor di più il termine dialogo. Ciò che comunque è importante è innanzitutto l’incontrarsi per comunicare ma poi se si può evitare di volersi reciprocamente contrapporre a tutti i costi per aver più ragione degli altri ed invece si cerca di trovare realmente la strada da compiere, rispettando le opinioni di ciascuno e traendone le indicazioni più utili, allora non si può parlare più di battibecco bensì di dialogo, e questo è l’auspicio per questo Blog.

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